Sabato 5 Ottobre ordinazione diaconale di 11 seminaristi della Diocesi Ambrosiana

Sabato 5 ottobre, alle ore 9, nel Duomo di Milano, l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ordinerà diaconi 11 seminaristi della Diocesi, candidati all’ordinazione presbiterale in programma il 7 giugno 2025.

Questi diaconi, detti “transeunti”, hanno un’età media di 29 anni; tra loro vi è un seminarista di origini ecuadoregne, giunto in Italia a 14 anni e accompagnato nel suo percorso vocazionale dalla parrocchia dei migranti di S. Stefano a Milano.

Saranno anche ordinati un sudsudanese, che, dopo aver iniziato la formazione nel suo paese, ha scelto di proseguire i suoi studi teologici nel Seminario di Venegono e che, dopo l’ordinazione, ripartirà per il Sud Sudan, 7 seminaristi del PIME (3 provenienti dal Bangladesh, 2 dall’India, 1 dal Ciad e 1 dal Camerun) e Carlo Pietro Giorgi, cinquantacinquenne milanese con un passato da giornalista, che ha compiuto il suo cammino di formazione in un seminario in Libano.

«Si tratta di un’ordinazione che, come sempre, abbraccia il mondo, ma quest’anno è particolarmente significativa per la situazione internazionale che stiamo vivendo – spiega don Enrico Castagna, rettore del Seminario di Milano -. La presenza di un seminarista sudsudanese e di uno  inserito nel Vicariato apostolico di Beirut in Libano sarà un’occasione propizia per pregare per la pace e sentirci vicini ai fratelli che vivono il dramma della guerra».

I candidati a diventare preti, come da tradizione, hanno scelto un motto e un’immagine che accompagneranno il loro ministero. “Consacrali nella verità” è la frase, tratta da un versetto del Vangelo di Giovanni, che accomuna questa classe di seminaristi: un richiamo costante ad entrare ogni giorno nella verità che è Gesù.

Per l’immagine si è convenuto su un dipinto a olio dell’artista Mike Moyers dal titolo “The Lord is my light”, nel quale è rappresentata una luce che irrompe dalle tenebre, discendendo sulla terra e illuminando tutto intorno, andando a formare una croce che simboleggia la redenzione operata da Gesù.

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